Non mi voglio dilungare esponendovi tutte le teorie psicologiche in merito all'ansia... Vi dirò solo che analizzando il termine ANSIA esso etimologicamente deriva dal latino ANXSIUS che significa AFFANNOSO, ANGOSCIANTE, SOFFOCANTE. La definizione è "irrequieta brama accompagnata da sospiro o respiro affannoso"... E qui si chiude il cerchio! Nulla più, nulla meno che un fatto di respiro.
Ecco che, per dirla in due parole, l'ansia non è che un blocco del respiro. Questo da un punto di vista psicosomatico.
L'ansia è una manifestazione psicofisica di profondo disagio psichico e corporeo che si manifesta con la sensazione di soffocamento, di fame d'aria, di oppressione al petto.
Ma perché accade questo blocco del respiro? Qualcosa è intervenuto nell'organismo a modificare il bisogno d'ossigeno: la paura ad esempio, un pensiero negativo, un'emozione repressa, l'eccitazione generale dell'organismo non sostenuta da un'azione (desidero avvicinarmi ad una persona oppure dire qualcosa a qualcuno ma non lo faccio). Queste ed altre esperienze possono provocare ansia.
L'ansia non è quindi di per se patologica ma un campanello d'allarme che spesso si manifesta nella psicopatologia.
Se soffriamo costantemente di ansia e vogliamo capire perché si manifesta in noi e risolverne la causa è necessaria una psicoterapia, solo così possiamo eliminarla perché possiamo capire quale emozione o esperienza provocano questo costante stato di emergenza.
Ma c'è qualcosa che possiamo fare subito per alleviare i nostri stati d'ansia o i singoli episodi ansiosi. Se l'ansia è un blocco del respiro e più precisamente un atto inspiratorio bloccato, quel che dobbiamo fare è riattivare il nostro respiro e in particolare espirare in modo lento e profondo.
articolo a cura della
Dott.ssa Giuliana Dughiero
psicologa psicoterapeuta a Mestre
Psicologa e Psicoterapeuta a Mestre (VE)
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